Lorenzo Ferri e lo Studio Sindonico
Museo Civico Città di Cave / Museo Lorenzo Ferri.
Questa esposizione al Museo Civico Città di Cave vuole ricreare l’atmosfera della sala sindonica dello Studio Ferri, tra i pionieri della Sindonologia, ha studiato la Sacra Sindone per 46 anni. Dal 1929 si è dedicato alla ricostruzione del volto sinfonico è impossibile senza l’intera restituzione corporea, procede ancora a ricostruzioni parziali del Volto, ottenute elaborando nel 1949-1950 un metodo sperimentale prima di affrontare la ricostruzione totale del corpo. Nel 1950 al 1° Congresso Internazionale Sindonologico, a Roma, presenta il Volto sindonico illuminato del 1933, che riscuotere grande successo. Mentre prosegue la ricerca con il nuovo metodo del volto, sempre più scarno, nel 1951 scopre il valore tridimensionale delle impronte, anticipando di 26 anni il computer della Nasa che ha prodotto un bassorilievo rudimentale, poiché non tenta l’accordo tra le due immagini, e di quasi cinquanta il modello tridimensionale del team di Bologna nel 1999. É stato il primo non solo a intuire la potenzialità tridimensionale del Telo di Torino, ma a verificarla.
La ricostruzione plastica è stata una graduale conquista, restituendo la volumetria di origine al corpo sotto il telo. Già nella Restituzione del corpo dell’uomo della Sindone a 1/4 del 1951, ha individuato per primo la posizione a S del corpo, e altre ipotesi, come la spalla sinistra lussata collegata con la mano sinistra forata nel metacarpo e non nel polso, l’altezza presuntiva oltre 1 metro e 85. Presenta nel 1952 i risultati al Papa Pio XII, che incontrerà di nuovo nel 1954. L’immagine sindonica non è una proiezione ortogonale la sua ipotesi di lavoro è che si tratti di impronta per contatto. L’immagine sindonica non è una proiezione ortogonale: la sua ipotesi di lavoro è che si tratti di impronta per contratto. L’immagine frontale e quella dorsale si limitano a vicenda e l’una condiziona l’altra, per cui vi è una sola posizione del corpo nello spazio in cui le due immagini coincidono, tramite il modellato anatomico e che consenta l’aderenza completa del telo. L’immagine è continua: trova nel 1971 il collegamento al sommo capo, più lieve.
Non sono immagini fotografiche benché si studino sul negativo fotografico dalle lastre di Giuseppe Ernie e Ferri dal 1960 sul positivo, ma sviluppo su piano di superfici volumetriche. Stabilisce che non si deve cercare corrispondenza di misure tra immagine sindonica e quel corpo che ha intrapreso l’immagine, poiché occorre prima restituirlo al volume e plasma il corpo solido su cui il telo possa tornare a modellarsi. Appena terminata nel 1968 la Ricostruzione plastica RP1, l’obiettivo primario, assieme al figlio Leonardo, è la restituzione globale del corpo e le restituzioni del Volto solo un corollario. Delinea le fasi della Deposizione della croce in 4 piccole sculture.
.L’ultima fase dello studio della Passione Sindonica si conclude con la ricostruzione del Flagello a 5 e a 6 elementi, ad opera di Silvio Mizzon, che ha eseguito una serie di test sperimentali per determinare l’effetto dei colpi. Definisce nel 1972 la slogatura della spalla sinistra su un Busto altorilievo che diventa poi per depurare il volto delle tumefazioni Busto altorilievo con 4 emivolti. L’andamento dei colpi di flagello riportati sulla ricostruzione del 1968, e test sperimentali confermano l’ipotesi che l’uomo della Sindone sia stato flagellato con le braccia in alto, culminando nella Ricostruzione plastica RP2 e nel Flagellato nel 1975. Il figlio Leonardo continuerà gli studi sinfonici, promuoverà mostre, terrà conferenze in varie città e su canali televisivi, pubblicherà articoli e libri. Promotore instancabile della realizzazione del Museo Lorenzo Ferri a Cave.